La cefalea, o più comunemente “mal di testa”, è uno dei disturbi più comuni nella popolazione, si stima infatti che il 95% della popolazione di sesso femminile e il 93% della popolazione maschile sperimentano almeno un episodio di cefalea nel corso della vita.
In alcuni casi si manifesta occasionalmente, ma, spesso è frequente e severa tanto da compromettere le capacità lavorative e la vita sociale di chi ne soffre, con ripercussioni anche sulla sfera psicologica.
Cos’è la cefalea
La cefalea è definita genericamente come una sensazione spiacevole dolorosa, circoscritta o diffusa, continua, intermittente o sporadica che interessa il capo e talvolta il collo, quindi un dolore a localizzazione prevalentemente neurocranica.
Tipi di cefalea
Le cefalee sono state classificate in due grandi categorie:
Cefalee primarie: la malattia si identifica essenzialmente con il sintomo “dolore”, e non vi e un disordine causativo specifico, dunque si manifesta con cause non sempre documentabili. Appartengono a questa categoria:
-Emicrania (con aura o senz’aura)
-Cefalea di tipo tensivo
-Cefalea a grappolo
Cefalee secondarie: sono quelle forme in cui il mal di testa è un sintomo di una ben definita e precisa malattia sottostante, come ad esempio cefalee secondarie a traumi della testa e del collo, sinusiti, disordini vascolari ecc. A questa categoria afferisce la cefalea cervicogenica.
Come combattere la cefalea
L’obiettivo prioritario nella presa in carico del paziente con un primo episodio di mal di testa o un aggravamento di una cefalea preesistente è quello di escludere una forma secondaria, anche se molto raramente alla base di una cefalea è presenta una patologia grave, ma non bisogna mai sottovalutare il sospetto. Pertanto è fondamentale rivolgersi anzitutto allo specialista neurologo che procederà ad un corretto inquadramento clinico diagnostico, attraverso l’anamnesi accurata, l’obiettività generale e neurologica ed eventualmente con l’esecuzione di indagini strumentali e di laboratorio.
La fisioterapia nella cura della cefalee
Una volta inquadrata la cefalea dal punto di vista medico-diagnostico, si procede con un approccio multidisciplinare. Le attuali evidenze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia degli interventi fisioterapici nella clinica del mal di testa, e di come tale efficacia dipenda dal corretto ragionamento clinico, poiché non tutti gli interventi sono ugualmente efficaci per le varie tipologie di cefalea; ad esempio, l’evidenza riguardo i risultati raggiunti con la fisioterapia nell’ emicrania è più controversa rispetto ai benefici che si ottengono nella cefalea cervicogenica e in quella tensiva, queste ultime strettamente correlate a disordini muscoloscheletrici.
CEFALEA E COLONNA CERVICALE
La cefalea cervicogenica è causata da una disfunzione del rachide cervicale e dalle sue componenti ossee, discali e/o dei tessuti molli, solitamente accompagnata da dolore al collo.
Una sintomatologia dolorosa a partenza cervicale superiore (prime 3 vertebre cervicali) si può irradiare all’occipite (attraverso i nervi grande occipitale e piccolo occipitale) e alla regione fronto-orbito-temporale (a causa di un’irritazione del nucleo trigemino-cervicale).
Quali sono i sintomi
- Resistenza o limitazione dei movimenti passivi del collo (Range of motion cervicale limitato)
- Dolore alla testa unilaterale che parte dal collo e può interessare una delle tre branche del trigemino
- Modificazioni del tono e della risposta muscolare della muscolatura suboccipitale cervicale e delle spalle alla contrazione e allo stiramento attivo e passivo
- Debolezza dei muscoli profondi del collo
- Aumento della contrattura muscolare dei muscoli superficiali (soprattutto muscoli sternocleidomastoideo, trapezio superiore, elevatore della scapola, scaleni, estensori suboccipitali)
- Aumentata dolorabilità dei muscoli cervicali ed anteriori del collo
Disturbi associati:
- sensazione di disequilibrio
- disturbi del sonno
- difficoltà di concentrazione
- nausea
- fotofobia, fonofobia (raramente)
- disturbi vegetativi sistemici
- ansia e depressione
La cefalea è di intensità solitamente moderata, spesso insorge al mattino e può peggiorare durante la giornata, con andamento fluttuante; talvolta i pazienti riferiscono dolori e rigidità alle articolazioni temporo-mandibolari. Quasi sempre la palpazione di alcuni punti trigger miofasciali e delle articolazioni vertebrali (prima, seconda e terza vertebra cervicale) riproduce o modifica i sintomi del mal di testa e conferma la “causa cervicale”. Il dolore può essere persistente, opprimente, prevalente da un lato, esacerbato dai movimenti del collo o da posture viziate protratte, e può anche raramente proiettarsi alla lingua, alla gola, all’orecchio.
Come curare la cefalea di origine cervicale
Considerando che la cefalea cervicogenica è una sindrome caratterizzata da disfunzioni a carico del sistema articolare, miofasciale, e del controllo motorio, il trattamento è essenzialmente di tipo conservativo, ed intrapreso dal fisioterapista specializzato nella terapia dei disordini cranio-cervico-mandibolari. Il trattamento è preceduto da un’attenta valutazione sia per raccogliere le informazioni utili per la clinica, sia per escludere le cosiddette “bandiere rosse” che possono sottendere patologie severe. Nella maggior parte dei casi un trattamento ben condotto comporta la regressione della cefalea entro un mese, per frequenza ed intensità.
In questo tipo di cefalea i farmaci da soli sono spesso inefficaci o forniscono solo un modesto beneficio. Allo stato attuale, in letteratura scientifica, emerge una sostanziale indicazione sull’approccio multimodale nel management delle disfunzioni muscolari ed articolari nel mal di testa di origine cervicale. Tale approccio prevede:
- Terapia manuale con mobilizzazioni e manipolazioni del rachide cervicale superiore. Esistono prove di efficacia che dimostrano come la manipolazione cervicale riduca l’assunzione di farmaci, l’intensità e la durata del mal di testa.
- Esercizio terapeutico, pianificato in modo da creare un miglioramento progressivo delle capacità funzionali del collo. Fondamentali sono esercizi specifici di reclutamento dei flessori profondi del collo, e il trattamento della muscolatura cervico-scapolare, inibendo contestualmente i muscoli iperattivi e accorciati (trapezio, SCOM).
- Tecniche muscolari e di allungamento per la muscolatura contrattata, quali le tecniche ad energia muscolare, trigger point, manipolazione fasciale, e tecniche specifiche di mobilizzazione dei tessuti molli e facilitazioni neuromuscolari propriocettive.
- Tecniche di autotrattamento e di automobilizzazione (come ad esempio la self-SNAG che facilita il movimento attivo di rotazione verso la restrizione con l’ausilio di una cinghia o una sciarpa opportunamente tensionata, posizionata nella parte alta cervicale). Tali modalità, secondo alcuni studi, sembrano migliorare il sintomo dolore del 54%.
- Terapie fisiche, tra cui la laserterapia con un significativo effetto antalgico, ed altre terapie strumentali che, seppur con poche evidenze scientifiche, nella pratica clinica consentono di ottenere buoni risultati.
- Trattamento ATM (articolazione temporomandibolare) e del sistema stomatognatico
CEFALEA TENSIVA
È la più frequente tra le cefalee, e si caratterizza da un dolore di qualità gravativo-costrittivo al capo, spesso associato ad un aumento del tono dei muscoli del capo e del collo. Può essere scatenata da:
- fattori e condizioni di stress
- malocclusione dentaria e disordini dell’articolazione temporomandibolare
- cattive posture
- riduzione delle ore di sonno.
Può essere episodica, o cronica ed in tal caso gli episodi di cefalea sono quotidiani o comunque molto frequenti (più di 15 giorni al mese da più di 3 mesi).
Anche in questo caso la fisioterapia, le tecniche di rilassamento e la terapia manipolativa (insieme al trattamento farmacologico) hanno un’efficacia scientificamente provata, consentendo di ottenere risultati a breve e lungo termine nel ridurre i sintomi della cefalea tensiva.
La cefalea di tipo tensivo richiede una gestione multidisciplinare e un percorso terapeutico strutturato, e grazie a tali interventi può risolversi in maniera completa con un netto miglioramento della qualità della vita.
Bisogna quindi intervenire sui fattori psicologici e sui disordini miofasciali, solo facendo ciò è possibile ridurre ed eliminare gli attacchi di mal di testa.
CONSIGLI PRATICI
- Un adeguato riposo con un giusto numero di ore di sonno
- Assumere pasti regolarmente
- Non fumare, limitare l’assunzione di alcool, non assumere droghe
- Regolare attività fisica
- Controllare lo stress psico-fisico attraverso tecniche di rilassamento
- Effettuare esercizi di stretching, yoga, biofeedback
- Evitare posture prolungate
- Assumere farmaci solo su precisa indicazione medica
- Affidarsi a professionisti del settore (neurologo, fisioterapista)
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